in caricamento ...
USA contro CINA: e se Pechino impiega l’artiglieria pesante?
Ah, la “serenità” dei mercati finanziari in questi giorni sembra quasi un ossimoro, non trovate? Mentre sorseggiamo il nostro caffè, magari con un occhio ai futures che ballano come tarantole, ecco che la geopolitica torna a farci visita, bussando alla porta con la delicatezza di un elefante in una cristalleria.
Ma stavolta gli attori protagonisti sono due paesi assolutamente “Monstre”. Inutile dirlo. Trump provoca, Pechino risponde, Usa replica, Cina minaccia.
Una “soap opera” dei dazi commerciali tra Stati Uniti e Cina dove la parola d’ordine è sicuramente una: RICATTO.
Sottotitoli: “guerra commerciale globale”, “contromisure tariffarie”. Insomma ci siamo capiti. La Cina alza la voce, promettendo battaglia fino alla fine. Un atteggiamento che, diciamocelo, non sorprende. Chi cederebbe di fronte a minacce di dazi che superano il 100%? Sembra quasi una strategia per testare la resilienza dell’avversario, un po’ come quando da bambini ci si sfidava a chi resisteva di più senza battere ciglio. Solo che qui la posta in gioco è leggermente più alta e le conseguenze decisamente più invasive.
Morale: i numeri volano e le minacce pure. Ma Pechino ci ha insegnato che loro, i cinesi, se ne strafottono delle parole, non sono mai stati interessati a comunicare ai mercati le cose. E state pur certi che se la Cina dice che combatterà fino alla fine… non dimentichiamo mai che loro hanno in mano un oggetto tellurico che stiamo sottovalutando. Ovvero il debito USA.
Vi ricordo questo grafico e questa slide. Se certi paesi come Cina e Giappone iniziano per ripicca a “dedolarizzare” in maniera massiccia, riversando US Treasury sul mercato, cosa potrebbe succedere?
Ecco i principali effetti potenziali:
- Aumento dei Tassi di Interesse negli USA:
- Caduta dei Prezzi dei Titoli: Una vendita massiccia aumenterebbe enormemente l’offerta di Titoli di Stato USA sul mercato. Conseguente crollo delle quotazioni.
- Aumento dei Rendimenti: se il prezzo scende, il rendimento che offrono ai nuovi acquirenti deve salire per renderli attraenti. Quindi, i tassi di interesse sui Titoli di Stato USA aumenterebbero significativamente.
- Aumento del Costo del Debito per gli USA:
- Se i rendimenti sul mercato secondario aumentano, anche i nuovi titoli dovranno offrire tassi di interesse più alti per essere venduti.
- Questo aumenterebbe il costo del servizio del debito per il governo USA, potenzialmente aggravando il deficit e il debito pubblico a lungo termine.
- Impatto sul costo del denaro preso a prestito
- Pressione sul Dollaro USA:
- Inizialmente, la vendita massiccia di asset denominati in dollari e la possibile conversione dei proventi in altre valute potrebbero esercitare una pressione al ribasso sul valore del dollaro USA.
- Tuttavia, l’effetto potrebbe essere complesso: tassi di interesse statunitensi più alti potrebbero anche attrarre capitali stranieri alla ricerca di rendimenti migliori, contrastando in parte la svalutazione del dollaro. L’effetto netto dipenderebbe da molti fattori e dalla reazione dei mercati.
MA ALLO STESSO TEMPO…. Cina e Giappone venderebbero i loro asset in un mercato in cui i prezzi stanno crollando a causa delle loro stesse azioni, realizzando quindi ingenti perdite sul valore del loro portafoglio di Treasuries.
È uno scenario probabile?
Quando si passa in modalità WAR GAMES tutto è possibile. Magari verrà fatto in modo graduale oppure palese per dare segnali forti? Una vendita massiccia e improvvisa di Titoli USA da parte di Cina o Giappone avrebbe effetti potenzialmente devastanti, destabilizzando i mercati finanziari, aumentando i costi di finanziamento per gli USA e rallentandone l’economia, ma comporterebbe anche perdite enormi e rischi significativi per i paesi venditori stessi.
Visto che non mi sorprendo più di nulla, vediamo che succede.
STAY TUNED!