Deregulation e Mercati: Il Gioco Pericoloso di Trump tra Opportunità e Cigni Neri
La finanza è un universo complesso, dove la razionalità degli algoritmi si scontra spesso con le (troppo) umane reazioni emotive. Per tutti è fondamentale non solo comprendere cosa stia accadendo, ma anche perché, e con quali potenziali implicazioni al fine di gestire al meglio quelle “emozioni” che poi ci fanno agire e (succede) portano a fare errori madornali di valutazione.
Recentemente, l’eco delle politiche di “deregulation” targate Trump è tornata a farsi sentire con prepotenza, non solo negli Stati Uniti, ma con ripercussioni globali che meritano la nostra attenta analisi. Si tratta di un’ondata che, come un surfista esperto, promette di cavalcare il mercato, ma che, ahimè, potrebbe anche travolgere i meno preparati.
Queste politiche, sebbene inizialmente abbiano scosso i mercati con azioni commerciali restrittive, possono anche stimolare la crescita economica e regalarci qualche idea su base settoriale. Ma siamo davvero pronti a credere alla favola del “deregola che ti passa” e tutto andrà bene?
L’Onda di Deregulation: tra Vento in Poppa e Scogli Improvvisi
Il mantra della deregulation, specialmente in un contesto geopolitico così volatile, ripropone vecchi dilemmi. Se da un lato l’allentamento delle maglie regolamentari promette di liberare energie e capitali, soprattutto nei settori:
– finanziario
– tecnologico (con un occhio di riguardo all’AI)
– energetico
– sanitario
dall’altro lato, la storia ci insegna che l’assenza di paletti può facilmente trasformarsi in terreno fertile per bolle speculative o crisi inaspettate. La promessa di un approccio “sviluppa prima, regola dopo” per l’intelligenza artificiale, ad esempio, è musica per le orecchie degli innovatori, ma l’assenza di un quadro normativo chiaro può significare anche l’assenza di protezioni in caso di scivoloni, e sappiamo bene che i “cigni neri” amano le acque torbide. E spero che siate d’accordo con me, specialmente chi ha avuto modo di affrontare le crisi degli ultimi anni, Lehman in primis.
Ed i software oggi presenti in queste situazioni ci navigano alla grande generando euforia o terrore a seconda dei casi.
Nel settore finanziario, l’idea di una minore supervisione sui prestiti e tassi potenzialmente più bassi potrebbe far sognare un nuovo boom. Ma attenzione, la memoria è corta e la finanza comportamentale ci insegna quanto siamo inclini al “bias di disponibilità“, ovvero a dare più peso alle informazioni più recenti e positive, dimenticando le cicatrici delle crisi passate. Il boom delle criptovalute, favorito da una ridotta supervisione federale, è un esempio lampante: opportunità immense, sì, ma anche rischi che farebbero impallidire un temerario.
Ed è proprio qui che la finanza comportamentale diventa la nostra ancora di salvezza. In un mondo che corre veloce, dove il “negativity bias” ci spinge a dare più peso alle notizie negative, e il “recency bias” ci fa credere che l’ultima tendenza sia la verità assoluta, la capacità di mantenere la calma e una visione di lungo periodo è un superpotere.
L’ancoraggio mentale, ovvero la tendenza a basare le decisioni su un punto di riferimento iniziale (spesso arbitrario), può portarci fuori strada quando i mercati mutano pelle.
Cari amici, non lasciamoci sedurre dalle sirene della speculazione facile né paralizzare dalla paura. Il mio ruolo è aiutarvi a navigare queste acque complesse con una bussola indipendente.
La consapevolezza è la vera ricchezza.
Ve lo dico da… quanto? Da sempre! Comprendere che le politiche di deregulation, le tensioni macroeconomiche e le nostre stesse inclinazioni comportamentali sono tutti pezzi di un puzzle più grande, ci permette di costruire strategie più resilienti. La strada verso la gestione finanziaria non è una corsa, ma una maratona di apprendimento continuo e di adattamento critico.
Manteniamo la mente aperta, il portafoglio diversificato e un pizzico di sano sarcasmo per non prenderci troppo sul serio, specialmente quando il mercato, con la sua capricciosa imprevedibilità, decide di ricordarci chi comanda. Non noi, per essere chiari.
Ovviamente questo post è un preambolo ai discorsi che faremo in futuro. Intanto allacciamo le cinture e prepariamoci all’ennesimo viaggio.
STAY TUNED!