DOLLARO USA: ora tutti lo vendono, ma per quanto?

19 Giugno 2025 07:30

Se torniamo indietro di soli sei mesi, il biglietto verde era un vero e proprio “re mida” (o forse un monarca un po’ troppo sicuro di sé). Era, infatti, giudicato sopravvalutato rispetto a quasi tutte le valute mondiali, con la sola eccezione del Franco svizzero. Nonostante un buon 59% degli investitori avesse già fiutato l’aria di sopravvalutazione, essere “lunghi” di Dollaro era il secondo trade più affollato del mercato. Un po’ come quando tutti indossano lo stesso capo d’abbigliamento “di tendenza” e sai già che, presto o tardi, diventerà obsoleto. Le aspettative per il 2025? Il Dollaro, manco a dirlo, era la valuta su cui puntare. Sembrava quasi un mantra, ripetuto da una folla acritica di entusiasti.

Ricordate il Big Mac Index? E’un indicatore economico informale, creato da The Economist, che compara il potere d’acquisto di diverse valute, prendendo come riferimento il prezzo del panino Big Mac venduto da McDonald’s.

La Svizzera risultava con sul Franco CHF la valuta più cara in assoluto se confrontata con l’USD.

La Sospensione dell’Incredulità: Quando il Re Inizia a denudarsi

E poi? Sei mesi dopo, la musica è cambiata. Il Dollaro non solo è scivolato in territorio di correzione, ma ha anche iniziato a mostrare una correlazione positiva con gli asset rischiosi nelle fasi di flessione. Signori, è palese che in tutto questo c’è lo zampino di Trump e che in questo ha raggiunto l’obiettivo (rendendo più concorrenziali i prodotti Made in USA malgrado i dazi).

In parole povere, quando il mercato tossisce, il Dollaro non fa più da scudo, ma si prende il raffreddore insieme agli altri.

Abbiamo persino assistito a qualcosa che potremmo definire “due crisi da paese emergente” per la valuta statunitense:

  • svalutazione contestuale a una caduta dell’azionario
  • e a un’impennata dei rendimenti del Treasury. Un controsenso, penserete.

E avete ragione. Se pensavate che il Dollaro fosse un porto sicuro in tempesta, beh, sembra che la nave abbia iniziato a prendere acqua.

Attualmente, i fund manager e gli speculatori sono estremamente “corti” sul dollaro, indicando una massiccia scommessa contro la valuta. Storicamente, situazioni simili portano a bruschi movimenti di mercato che vanno contro il consenso generale, colpendo in particolare gli speculatori. Questo potrebbe tradursi in un rapido e violento calo dell’EUR/USD per liquidare le posizioni speculative deboli.
Il suo “crash” è ora considerato tra i rischi più temuti dal mercato. Il che, diciamocelo, è un bel salto mortale per una valuta che fino a poco tempo fa era considerata l’emblema della stabilità. Il Dollaro è diventato il barometro della crescente sfiducia degli investitori internazionali verso l’America. Il sottopeso sul Dollaro ha raggiunto i massimi degli ultimi 20 anni, e il trade “short Dollaro” è balzato al terzo posto tra i più affollati del mercato. Un vero e proprio cambio di paradigma, o forse, più semplicemente, la dura lezione impartita dal mercato a chi si ostina a non leggere i segnali. Ovvio, si inizia ad aver la percezione che il bilancio inizi a scricchiolare, che il deficit sia insostenibile e che il debito USA sia un vero grande problema.

L’Oro, Quel Vecchio Saggio Amico

In questo contesto di crescente incertezza e di un Dollaro che ha perso la sua aura di invincibilità, chi emerge trionfante? L’Oro. Essere lunghi di Oro è oggi il trade più affollato del mercato. Quando il mondo vacilla e le certezze crollano, l’Oro, con la sua brillantezza intramontabile, torna a essere il rifugio per eccellenza. Gli investitori vendono Dollaro e comprano Oro. Davvero un altro mondo, o forse, più semplicemente, un ritorno alle basi, a ciò che ha sempre rappresentato un valore tangibile e indipendente dalle politiche monetarie più o meno eccentriche.

Ma cosa sta succedendo davvero? Al di là dei movimenti di mercato, le ultime 24 ore ci raccontano di un panorama macroeconomico in continua evoluzione. Le politiche monetarie delle banche centrali, le tensioni geopolitiche e le aspettative sull’inflazione continuano a plasmare il sentiment degli investitori.

Ma a questo punto facciamocela la domanda che tutti vogliono fare.

Ma davvero il Dollaro USA è morto?

Ripeto quanto scritto sopra. Oggi è un “fuggi fuggi” dall’USD. Ma (parere personale) secondo me questo scenario è di pancia innanzitutto e pensare ad un mondo totalmente dedollarizzato è folle.
Possibile il default degli USA?
Ma non ci credo nemmeno se lo vedo. Piuttosto si potrebbe cominciare a ragionare in ottica di accumulo sulla valuta USA e anche sul mercato dei TNote (10yr) e dei TBond (30y). Il mix valuta più cheap e rendimenti elevati, anche per motivi di carry trade, potrebbero portare più avanti, quando il mercato sarà normalizzato (e magari i dazi commerciali ben definiti), dei buoni ritorni.

Inoltre, un fattore che potrebbe frenare un forte apprezzamento del dollaro è il ripensamento globale del rischio di concentrazione. Molti investitori istituzionali stanno infatti attuando un hedging significativo (vendite) del dollaro ogni volta che si rafforza, per ridurre l’eccessiva esposizione. Questo fenomeno ha già contribuito a far rimbalzare l’EUR/USD in passato (ad esempio, da 1.11), e un livello simile potrebbe essere ora intorno a 1.13. Quindi ve lo confermo. il FOREX è il mercato più complesso e difficilmente prevedibile (teoricamente a saldo zero). Ma qualche segnale bisogna saperlo cogliere per mettersi “dalla parte giusta”…

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia. Se sei interessato agli argomenti qui espressi e vorresti approfondirli, contattami!
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)
(Se trovi interessante i contenuti di questo articolo, condividilo ai tuoi amici, clicca sulle icone sottostanti, sosterrai lo sviluppo di I&M!).
0 commentiCommenta