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FUGA DI CAPITALI: via da Dollaro, Treasury ed azioni

Scritto il alle 07:28 da Danilo DT

Questo grafico, che vi ho presentato in apertura, lo avrete già visto ampiamente e rappresenta la divergenza che spiega il cambiamento. Dopo anni dove la correlazione tra tassi e Dollar Index era evidente, ecco che arriva la decorrelazione dovuta a cambiamenti radicali. Fuga dagli asset USA, fuga dai Treasury, Fuga anche da Wall Street. Si diversifica e si va oltre.

Quindi è chiaro: gli investitori internazionali hanno iniziato a riconsiderare le proprie allocazioni negli Stati Uniti. Sebbene le preoccupazioni iniziali si siano concentrate sul debito pubblico, le implicazioni per il mercato azionario e il dollaro USA appaiono sempre più rilevanti. Infatti non è casuale il fatto che abbiamo registrato la contemporanea flessione registrata questo mese dall’indice S&P 500 e dal dollaro USA. Anche i titoli di Stato hanno mostrato segni di pressione, attenuando il loro tradizionale ruolo di bene rifugio.

Sebbene non vi siano prove concrete che la Cina stia dismettendo i suoi ingenti possedimenti di Treasury (stimati tra 784 miliardi e 1.500 miliardi di dollari includendo i conti offshore) per ritorsione sui dazi, la minaccia è secondo me moto reale.
Tuttavia focalizziamoci su un altro aspetto, ovvero che negli ultimi anni è il mercato azionario ad aver sviluppato una dipendenza maggiore dai capitali esteri.

Un rapido conteggio. Dal dicembre 2011, le partecipazioni estere in azioni USA sono aumentate da 3,8 trilioni a 18,6 trilioni di dollari, passando da un quarto a un terzo della capitalizzazione totale del mercato USA. Parallelamente, la percentuale di Treasury detenuti all’estero è diminuita dal 44% a un quarto, nonostante un aumento in valore nominale.

E sempre allo stesso tempo, il rapporto prezzo-utili forward dell’S&P 500 è sceso da 22,5 a febbraio a 18,7, a fronte di prospettive di lungo termine peggiorate. Entrambi i valori sono elevati rispetto agli standard storici e potrebbero in parte riflettere una razionalizzazione di acquisti precedenti.

Ma se il mercato scende ancora perché le azioni sono care o perché si vuole diversificare, CHI COMPRA? Un ritorno a valutazioni migliori potrebbe rivelarsi arduo senza il sostegno di consistenti afflussi di capitali esteri. Ed è proprio questo il problema.
Make America Great Again?
Caro Donaldo, senza capitali esteri la vedo MOLTO dura.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

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