LUCKY BCE: scenario positivo ma senza meriti
La recente dichiarazione della Presidente Christine Lagarde sulla “buona posizione” della BCE ci ricorda che anche i non meritevoli finiscono in paradiso. Il taglio dei tassi d’interesse è stato favorito da un tasso inflazione in discesa, ben sotto il target del 2%. Inteso ovvero che i benefici a volte arrivano senza meritarli sul campo.
Infatti la Lagarde ha sottolineato che tale calo è legato principalmente alla forza dell’euro e alla diminuzione dei prezzi dell’energia, fattori non direttamente attribuibili ai meriti dell’Unione Europea.
L’apprezzamento dell’euro riflette la crescente sfiducia verso il dollaro, mentre il calo dei costi energetici è stato, in parte, un “dono” (forse involontario) delle politiche di Donald Trump. Insomma, l’Eurozona si trova in una posizione favorevole quasi per caso. Per mantenere questo status e non trasformarlo in una beffa, i governi europei dovranno dimostrare meriti attivi, con la Germania che ha già iniziato a muoversi.
Immaginate voi se oggi l’UE fosse coesa cosa potrebbe capitare. E invece siamo un minestrone di stati, lingue e culture.
La BCE ha presentato tre scenari macroeconomici per evidenziare l’incertezza legata alle tensioni commerciali.
1) Uno scenario “mite” (irrealistico al momento) prevederebbe l’eliminazione dei dazi USA-UE,
2) mentre uno “gravemente avverso” prefigurerebbe un’escalation delle tariffe. Nonostante tutto, un filo comune lega questi scenari: la resilienza dell’economia europea. Tuttavia, come sottolineato da Lagarde, l’UE deve fare di più per rilanciare produttività e competitività.
3) E poi c’è lo scenario “di mezzo”
La decisione di tagliare i tassi era ampiamente attesa, e l’assenza di sorprese è un segnale positivo, sfatando l’idea che una banca centrale sia efficace solo quando stupisce i mercati. Per il futuro, però, l’incertezza regna sovrana. I “falchi” all’interno della BCE spingono per una pausa nella riduzione dei tassi, invocando l’incertezza geopolitica (leggasi “variabile Trump”). Ma, come suggerisce la Banca Centrale Svedese, il “non sapere” può essere calcolato e gestito, offrendo indici di rischio geopolitico per valutare l’impatto sui tassi.
In sintesi, la BCE ci ha offerto un bicchiere mezzo pieno: una buona notizia sul taglio dei tassi, ma un futuro costellato di scommesse. Per navigare questa incertezza, trasparenza e chiarezza nelle comunicazioni sarebbero fondamentali, evitando che le proiezioni diventino un surrogato di ciò che dovrebbero essere gli annunci monetari. Con la Bulgaria pronta ad unirsi all’euro, la BCE ha la responsabilità di dimostrarsi meritevole di questa fiducia.
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