Mercati USA: Bull Trap? Oppure Bull Market a breve?

15 Maggio 2025 13:31

Okay, cari lettori, investitori navigati e impavidi appassionati di finanza! Sembra che nell’arena dei mercati si respiri di nuovo quel frizzante profumo di ottimismo, quella fragranza inebriante che fa sognare un nuovo, ruggente mercato rialzista.

Diciamocelo, dopo qualche scossone dovuto alle follie di Donald Trump, la voglia di vedere il bicchiere mezzo pieno è tanta. E chi siamo noi per negare un po’ di sana euforia, soprattutto quando arriva condita da discreti utili societari per il primo trimestre 2025 e da dati economici che, tutto sommato, non vogliono saperne di crollare?

I Tre Moschettieri dell’Ottimismo (con qualche “se” e qualche “ma”)

Mentre il buon Jerome Powell della Federal Reserve ci ha appena ricordato che i tagli dei tassi di interesse, per ora, ce li possiamo scordare (shhht non diciamolo a Donald), gli investitori sembrano aver trovato altri validi motivi per tenere alto il morale.
Li ho definiti i Tre Moschettieri dell’Ottimismo anche se ovviamente dobbiamo fare attenzione a non fare i conti senza l’oste.

  1. Il primo cavallo di battaglia è una legge fiscale che stimoli la crescita. Pensate, secondo il Congressional Budget Office, tutto questo ben di Dio aggiungerebbe “solo” circa 30 miliardi di dollari al debito pubblico USA in 10 anni. Una bazzecola, insomma, se paragonata alla potenziale spinta propulsiva. O forse no? Qui un pizzico di sano scetticismo non guasta mai.
  2. Poi c’è la deregolamentazione, quel magico processo che potrebbe ridare slancio ai mercati del credito e al settore dei servizi finanziari. Mettiamo da parte l’effetto “boomerang” che può comportare ma in questa sede solo volutamente ottimista. Si parla di una possibile revisione dei requisiti patrimoniali di “Basilea III” per le banche entro fine 2025 o inizio 2026. Questo, in teoria, potrebbe liberare capacità di prestito e, perché no, riaprire i rubinetti per IPO, fusioni e acquisizioni. Insomma, il sogno di ogni operatore di private equity. E questo ricorda a tutti quanto possano essere interessanti proprio i private markets in questo momento.
  3. Infine, il terzo moschettiere: scongiurare la “stagflazione“. Ah, la stagflazione, quella combinazione letale di crescita lenta e inflazione galoppante che toglie il sonno a più di un gestore. C’è chi spera che i prezzi dell’energia, mantenendosi bassi e docili, possano tenere a bada l’inflazione, mentre qualche vittoria strategica nei negoziati commerciali potrebbe dare una scossa alla crescita USA.

Un quadro idilliaco, non c’è che dire. Peccato che, come ci insegnano le favole, non sempre il lieto fine è garantito.

Il Rovescio della Medaglia: Debito, Instabilità e Incertezze Varie

Ed eccoci al punto, miei cari lettori. Perché se è vero che sognare non costa nulla, ignorare la realtà può costare molto caro.
Consapevolezza. Questo non vuol dire che occorre essere pessimisti ma sapere COSA sta capitando.

Questi tre potenziali motori di crescita, per quanto allettanti, devono fare i conti con un contesto che definire “sfidante” è un eufemismo. Parliamo di un debito pubblico americano che ha raggiunto dimensioni siderali, di deficit che sembrano non conoscere limiti, di un’instabilità geopolitica che ci regala quotidianamente nuove perle di suspense e di un’incertezza politica interna agli Stati Uniti che rende ogni previsione un terno al lotto.

Quindi, che fare? La parola d’ordine, mai come ora, è diversificazione. E perdonatemi se sto martellando da tempo immemore con questo mantra. Non mi stancherò mai di ripeterlo: diversificare per asset class, per settore e per area geografica è il primo, fondamentale, passo per cercare di smorzare i colpi bassi che i mercati, si sa, amano sferrare quando meno te lo aspetti. Mitigare la volatilità ed ottimizzare il portafoglio.

E sull’equity secondo me meglio puntare sull’approccio “equal weighting“, che attribuisce lo stesso peso a ciascun titolo dell’indice, oppure dove la selezione attiva di quei titoli “growth di qualità” che promettono obiettivi di rendimento raggiungibili. Insomma, non mettiamo tutte le uova nello stesso paniere, né tantomeno tutte le azioni. E occhio alla finanza passiva che dopo anni di gloria potrebbe non reggere più il passo (ETF baby…).

Ultimo consiglio: mantenere la lucidità, affidarsi a una pianificazione solida e non cedere né all’euforia incontrollata né al panico irrazionale. Perché, alla fine, la vera abilità sta nel saper danzare con l’incertezza, magari con un pizzico di sano sarcasmo e tanta, tanta consapevolezza. E ricordate, il mercato ha sempre ragione… finché non si dimostra il contrario!

STAY TUNED!

Danilo DT

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